Il progetto NeuroDante: misurare l’emozione durante l’ascolto della Divina Commedia

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Chi non si è emozionato leggendo o ascoltando l’episodio di Paolo e Francesca nel V canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante? Nel nostro comune sentire le emozioni sono spesso “inesprimibili a parole”.

Ma se invece esse fossero misurabili e quantificabili?

Le moderne neuroscienze suggeriscono che le emozioni siano generate da un giudizio di valore sulle nostre percezioni, esercitato da aree del cervello più arcaiche di quelle della corteccia cerebrale, dove invece risiedono i processi relativi alla “coscienza”.

Tali aree cerebrali arcaiche deputate a generare le emozioni non informano compiutamente i centri della coscienza circa le loro “valutazioni” sulle cose che vediamo e sentiamo, ma modificano direttamente il funzionamento di alcuni organi del nostro corpo (il battito del cuore, la sudorazione delle mani, ecc.).

Quando i processi cognitivi che presiedono alla “coscienza” percepiscono tale variazione di attività corporea, allora possiamo dire di “sentire” un’emozione.

Il nostro giudizio cognitivo sul mondo circostante - quindi su quello che sentiamo e vediamo - avviene invece nella parte del cervello sotto la nostra fronte (corteccia cerebrale prefrontale).

Interesse cerebrale  è uno dei nomi che diamo all’attività cognitiva originata nella nostra corteccia cerebrale, che genera giudizi di valore su quello che vediamo e sentiamo.

Cosa è stato fatto?

Oggi sappiamo che emozione e interesse cerebrale possono essere misurati con opportuni strumenti  

Lo abbiamo fatto per alcuni brani della Divina Commedia di Dante Alighieri in una ricerca scientifica in collaborazione fra umanisti e neuroscienziati della Sapienza di Roma, coadiuvati dalla spin-off innovativa BrainSigns della Sapienza.

La ricerca è partita da alcune semplici domande:

1) la conoscenza approfondita del testo poetico genera maggiore emozione e interesse cerebrale? Quindi: chi conosce la Divina Commedia la segue con maggior interesse cerebrale e si emoziona di più rispetto a chi non la conosce o la conosce di meno?

2) quanta parte della nostra emozione e del nostro interesse cerebrale sono dovuti alla natura poetica del testo di Dante Alighieri (metro, ritmo, figure retoriche, linguaggio letterario, valori semantici e metaforici ecc.) e quanta invece al suo contenuto?

Per rispondere a tali domande, si sono misurati l’emozione, ’interesse e lo sforzo cerebrale provati da un gruppo di circa 40 studenti e dottorandi dell’Università Sapienza di Roma,  metà dei quali stanno compiendo studi letterari, durante l’ascolto di brani assai noti della Divina Commedia, come l’episodio di Paolo e Francesca del V canto dell’Inferno, l’incontro con Beatrice del XXX canto del Purgatorio, la visione di Dio nell’ultimo canto del Paradiso

Si sono impiegati degli indicatori neurometrici definiti ormai largamente nella letteratura internazionale, quali per l’indice di interesse cerebrale la variabile detta di “Approach-Withdrawal” (Davidson et al., 1990), oppure quello di sforzo cognitivo cerebrale, o quello relativo alla determinazione dell’indice emotivo (Vecchiato et al., 2015).

Che risultati ci sono stati?

I risultati ottenuti mediante l’esperimento sperimentazione suggeriscono che:

  1.  le persone con un interesse professionale per gli studi umanistici provano più emozione ed interesse durante l’ascolto dei brani della Divina Commedia rispetto ad un pubblico dello stesso livello culturale ma con orientamenti professionali differenti;
  2.  l’emozione provata ascoltando i brani danteschi è superiore di circa il 20% rispetto a quella provata nell’ascolto delle relative parafrasi in prosa e la notorietà del brano è altrettanto importante. Tale conclusione è suggerita dal confronto fra i brani di Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Sopra sono rappresentati i valori medi di emozione nel campione considerato. Di fianco è invece rappresentata la percezione emozionale misurata in 40 persone durante l’ascolto di un frammento del V canto della Divina Commedia (episodio di Paolo e Francesca).

I valori ottenuti sono stati anche prodotti in popolazioni separate (Umanisti e non Umanisti).

 

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Valori medi dell’indice di interesse cerebrale (Approach Withdrawal Index) per I canti della Divina Commedia per I gruppi di formazione letteraria (Humanist) e per quelli di formazione scientifica (Not Humanist).

 

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Valori medi di emozione per le due popolazioni investigate

Rappresentare un' emozione

Presentiamo un esempio di visualizzazione delle emozioni percepite durante l’ascolto dei brani. Ogni volta che il verso ha generato nel campione analizzato un’emozione superiore alla media questo viene colorato con una scala di colori  che va dal blu (emozione nella media), al rosso intenso (massimo di emozione).

In tal modo si può avere una mappa dell’intensità emotiva nella lettura della Divina Commedia e lo stesso esperimento si potrebbe ripetere per tutte le opere esposte in questa mostra

 

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Chi ha collaborato a questa ricerca?

Hanno collaborato per la parte letteraria : i professori Paolo Canettieri, Mariella Combi, e i dottori Roberto Rea e Luca Gatti del Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali dell’Università Sapienza di Roma,  per la parte neuroscientifica:

il professore Fabio Babiloni e i dottori Giulia Cartocci, Enrica Modica, Dario Rossi, Anton Giulio Maglione, Patrizia Cherubino e Arianna Trettel  del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università Sapienza di Roma e della spin-off innovativa della Sapienza, BrainSigns.

Ha collaborato anche il Centro Sperimentale di Cinematografia di Cinecittà, con il direttore Adriano De Santis and l’attore Roberto Antonelli che ha letto i passi della Divina Commedia impiegati in questo studio.

Fabio

BrainSigns Chief Scientific Officer