Realtà o virtuale? Uno studio di neuroestetica sul Sarcofago degli Sposi
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Ad oggi, con la tecnologia della realtà virtuale, si sta diffondendo un nuovo concetto di museo e di spazio espositivo dedicato all’arte nella dimensione virtuale. Questi spazi, progettati per sfruttare le potenzialità della VR, operano su più livelli di percezione, coinvolgendo diverse attività sensoriali e offrendo un’esperienza immersiva che va oltre la semplice contemplazione dell'opera.
Ma un’ esperienza artistica virtuale può sostituire quella reale?
Uno studio di neuroestetica realizzato da BrainSigns insieme al Laboratorio di Arte e Medical Humanitas di Vincenza Ferrara e al prof. Maurizio Forte della Duke University ha analizzato le differenze di esperienza nell’osservazione del "Sarcofago degli Sposi", un antico manufatto funerario etrusco in terracotta risalente al periodo tra il 530 e il 520 a.C.
La ricerca ha confrontato due contesti distinti: l’osservazione dal vivo dell’opera presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, e l’esperienza virtuale all’interno del Laboratorio di Arte e Scienze Mediche Umane della Facoltà di Farmacia e Medicina dell'Università di Roma “La Sapienza”.
Al fine di analizzare questi dati sono stati utilizzati: una tecnologia EEG per valutare l’impegno cognitivo e l’interesse e un dispositivo per rilevare la frequenza cardiaca e la risposta galvanica della pelle per valutare lo stato emotivo. I dispositivi sono stati forniti da BrainSigns insieme ai risultati di un breve questionario.
I risultati hanno delineato un quadro interessante. Per quanto riguarda gli indicatori neurometrici l’impegno cognitivo è risultato maggiore durante l’osservazione in museo rispetto al laboratorio, come anche l’indice emotivo. Tuttavia l’indice di interesse ha invece mostrato valori più elevati nel contesto virtuale in laboratorio.
Grafico dei risultati dell’indice di impegno cognitivo, emozione ed interesse nei due contesti
Sui questionari l’esperienza in realtà virtuale è stata giudicata significativamente piu familiare.
Sebbene l’osservazione del Sarcofago degli Sposi al museo susciti emozioni profonde, grazie anche all’atmosfera evocativa dell’ambiente museale, è curioso notare come l’esperienza in modalità virtuale sia speciale perché più interessante e, come emerso dai questionari, familiare. Ciò può essere dovuto anche al fatto che i dettagli degli ambienti appaiono più nitidi e accessibili, senza le barriere fisiche, come le vetrine nei musei, e la visione è in qualche modo più intima ed esclusiva
Articolo realizzato in collaborazione con alcuni studenti del corso di laurea Comunicazione Scientifica Biomedica dell’Università Sapienza di Roma con riferimento a:
Giorgi, A., Menicocci, S., Forte, M., Ferrara, V., Mingione, M., Alaimo Di Loro, P., Inguscio, B. M. S., Ferrara, S., Babiloni, F., Vozzi, A., Ronca, V., Cartocci, G. (2023). Virtual and Reality: A Neurophysiological Pilot Study of the Sarcophagus of the Spouses. Brain Sciences. 13. 635. 10.3390/brainsci13040635.