Silvia

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Web and Social Media Content Manager

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Come difenderci dalle fake news? Lo rivela uno studio di neuromarketing

Le fake news rappresentano un fenomeno in continua espansione, particolarmente insidioso in un’epoca dominata dai social media. In questo contesto la disinformazione – cioè la diffusione intenzionale di informazioni false o ingannevoli – si diffonde con estrema rapidità, modellando opinioni e influenzando decisioni importanti.

Ma c’è di più: non si tratta solo di una minaccia informativa, poiché la disinformazione si intreccia con la Cognitive Warfare, una strategia sofisticata che mira a influenzare la percezione della realtà e a manipolare e controllare profondamente i processi decisionali, intaccando i meccanismi cognitivi degli individui, gruppi o intere popolazioni.

Ma perché alcune persone riescono a distinguere le fake news dalle notizie vere, mentre altre cadono facilmente nella trappola della disinformazione? L’impiego di strumenti di ricerca di neuromarketing ha fornito dei risultati interessanti.

I ricercatori dei laboratori di Neuroscienze del prof. Fabio Babiloni in Università Sapienza hanno condotto uno studio che aveva come obiettivo principale quello di identificare i tratti comportamentali e le caratteristiche di personalità che rendono gli individui più o meno vulnerabili alla disinformazione.

A ogni partecipante sono state mostrate otto immagini, quattro contenenti notizie vere e quattro notizie false, presentate in un formato simile a un post di Facebook. Dopo aver letto i contenuti, i partecipanti dovevano esprimere un giudizio sulla veridicità delle notizie. Nello studio sono stati utilizzati l’eye-tracker, e alcuni test IAT (test di associazione implicita) per identificare o tratti della personalità come la coscienziosità, l'apertura mentale e la stabilità emotiva dei partecipanti.

Dai risultati è emerso che i partecipanti in grado di riconoscere correttamente la natura delle notizie hanno osservato più spesso e per un tempo maggiore il testo del post, dedicandosi anche maggiormente alla lettura e alla comprensione del contenuto, mentre hanno trascorso meno tempo a guardare i titoli. Questi risultati suggeriscono che un'attenzione più approfondita al testo del post, piuttosto che ai titoli accattivanti che talvolta non riflettono il contenuto reale, contraddistinguono una maggiore capacità di discernere tra notizie vere e fake.

fake news risultati ET

Un altro dato particolarmente interessante riguarda i tratti della personalità: lo IAT ha evidenziato che i partecipanti con un valore di apertura mentale più basso erano più abili nel riconoscere correttamente la natura vera o falsa delle notizie. Questo suggerisce che una maggiore apertura alle nuove idee approccio si accoppia a un atteggiamento meno analitico e critico verso le informazioni, con più vulnerabilità alla disinformazione.

IAT

Articolo realizzato in collaborazione con alcuni studenti del corso di laurea Comunicazione Scientifica Biomedica dell’Università Sapienza di Roma con riferimento a:

Menicocci, S.; Lupo, V.; Ferrara, S.; Giorgi, A.; Serra, E.; Babiloni, F.; Borghini, G. Fake-News Attitude Evaluation in Terms of Visual Attention and Personality Traits: A Preliminary Study for Mitigating the Cognitive Warfare. Behav. Sci. 2024, 14, 1026. https://doi.org/10.3390/bs14111026

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Realtà o virtuale? Uno studio di neuroestetica sul Sarcofago degli Sposi

Ad oggi, con la tecnologia della realtà virtuale, si sta diffondendo un nuovo concetto di museo e di spazio espositivo dedicato all’arte nella dimensione virtuale. Questi spazi, progettati per sfruttare le potenzialità della VR, operano su più livelli di percezione, coinvolgendo diverse attività sensoriali e offrendo un’esperienza immersiva che va oltre la semplice contemplazione dell'opera.

Ma un’ esperienza artistica virtuale può sostituire quella reale?

Uno studio di neuroestetica realizzato da BrainSigns insieme al Laboratorio di Arte e Medical Humanitas di Vincenza Ferrara e al prof. Maurizio Forte della Duke University ha analizzato le differenze di esperienza nell’osservazione del "Sarcofago degli Sposi", un antico manufatto funerario etrusco in terracotta risalente al periodo tra il 530 e il 520 a.C.

La ricerca ha confrontato due contesti distinti: l’osservazione dal vivo dell’opera presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, e l’esperienza virtuale all’interno del Laboratorio di Arte e Scienze Mediche Umane della Facoltà di Farmacia e Medicina dell'Università di Roma “La Sapienza”.

Al fine di analizzare questi dati sono stati utilizzati: una tecnologia EEG per valutare l’impegno cognitivo e l’interesse e un dispositivo per rilevare la frequenza cardiaca e la risposta galvanica della pelle per valutare lo stato emotivo. I dispositivi sono stati forniti da BrainSigns insieme ai risultati di un breve questionario.

I risultati hanno delineato un quadro interessante. Per quanto riguarda gli indicatori neurometrici l’impegno cognitivo è risultato maggiore durante l’osservazione in museo rispetto al laboratorio, come anche l’indice emotivo. Tuttavia l’indice di interesse ha invece mostrato valori più elevati nel contesto virtuale in laboratorio.

risultati

Grafico dei risultati dell’indice di impegno cognitivo, emozione ed interesse nei due contesti

Sui questionari l’esperienza in realtà virtuale è stata giudicata significativamente piu familiare.

Sebbene l’osservazione del Sarcofago degli Sposi al museo susciti emozioni profonde, grazie anche all’atmosfera evocativa dell’ambiente museale, è curioso notare come l’esperienza in modalità virtuale sia speciale perché più interessante e, come emerso dai questionari, familiare. Ciò può essere dovuto anche al fatto che i dettagli degli ambienti appaiono più nitidi e accessibili, senza le barriere fisiche, come le vetrine nei musei, e la visione è in qualche modo più intima ed esclusiva.

Articolo realizzato in collaborazione con alcuni studenti del corso di laurea Comunicazione Scientifica Biomedica dell’Università Sapienza di Roma con riferimento a:

Giorgi, A., Menicocci, S., Forte, M., Ferrara, V., Mingione, M., Alaimo Di Loro, P., Inguscio, B. M. S., Ferrara, S., Babiloni, F., Vozzi, A., Ronca, V., Cartocci, G. (2023). Virtual and Reality: A Neurophysiological Pilot Study of the Sarcophagus of the Spouses. Brain Sciences. 13. 635. 10.3390/brainsci13040635.

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Mindtooth Touch all'ADI Design Museum riceve Menzione d'Onore - Giugno 2024

All'ADI Design Museum è stata conferita dalla giuria internazionale del XXVIII Premio Compasso d'Oro ADI la Menzione d'onore a Mindtooth Touch ai designer Marika Aakesson e Francesco Della Monica e alle aziende BrainSigns e Brain Products GmbH.

Questo riconoscimento premia l'attenzione che abbiamo voluto dare al design, alla forma, allo stile, all'ergonomia del sistema Mindtooth che consente la misurazione degli stati mentali senza richiedere competenze tecniche elevate.

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Mindtooth alla 5° Conferenza Internazionale di Neuroergonomia a Bordeaux, Francia- Luglio 2024

Il sistema Mindtooth è stato impiegato durante il workshop scientifico “Neurophysiological assessment to enhance neuroergonomics in operational environments” e ospitato presso lo stand di Brain Products GmbH.

La demo ha evidenziato la capacità del sistema di valutare gli stati mentali degli utenti (ad esempio carico di lavoro, stress, vigilanza) durante la guida, sperimentando le potenzialità della valutazione neuroergonomica in ambienti operativi per scopi di sicurezza. L'obiettivo era illustrare come il monitoraggio degli stati mentali degli utenti può contribuire a migliorare la sicurezza e ridurre i rischi durante la guida.

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